Seconda isola del Mediterraneo per grandezza, dopo la Sicilia, situata a 190 miglia al largo delle coste del Lazio, la Sardegna è una regione avvolta nel mistero.
La cultura sarda, pesantemente influenzata da quattrocento anni di dominazione spagnola e da una lunga serie di antichità precedenti, è insulare e ricca, misteriosa come i nuraghi di pietra che si possono ancora trovare disseminati sulle colline. Questa regione, separata solo da undici chilometri dalla Corsica francese, custodisce gelosamente la propria cultura.
Le uve presenti in Sardegna tendono a crescere in piccoli appezzamenti nelle rupi e nelle valli della metà occidentale dell’isola. La regione è ricca di varietà autoctone che stanno iniziando a essere studiate, tra le più note ci sono il Vermentino, il Nuragus, il Cannonau, il Carignano e la Vernaccia di Oristano.
La maggior parte dei vigneti è di piccole dimensioni, il che significa che il vino sardo è stato prodotto principalmente da cooperative, con una qualità altalenante. Molti di questi vini erano eccessivamente rustici, altri troppo alcolici, altri ancora troppo legnosi e in generale poco equilibrati. Ma negli ultimi vent’anni i produttori Sardi, si sono orientati verso vini più puliti ed esigenti. Questo riguarda sia le cooperative rimaste che una schiera di piccoli produttori lungimiranti.
Alcuni dei migliori vini, soprattutto il Carignano, provengono da viti non innestate. Anche se questo non è un caso unico in Sardegna, le radici profonde sono ancora più importanti qui, dove il clima è rovente e secco. Le viti che sopravvivono sono ricompensate dai freschi venti di maestrale che scendono dalla Valle del Rodano, mentre quelle del nord godono degli effetti moderatori del Mediterraneo. Indipendentemente dalla varietà, è quasi sempre possibile percepire in ogni sorso un po’ dell’aridità della terra e delle erbe selvatiche che crescono ovunque sull’isola.
Vermentino di Sardegna
Il Vermentino cresce in tutta la Sardegna, ma è particolarmente adatto alla Gallura, una regione sulla punta nord-orientale dell’isola, dove gode dell’alito purificatore del maestrale. Questi venti intensi danno vita a vini aromatici e fruttati, a metà strada tra la Maremma di frutta matura e la Liguria di stile più minerale del Vermentino. I venti, insieme al terreno sabbioso naturale, sono fondamentali per mantenere le uve asciutte e ben ventilate. Il risultato è un profilo tipicamente sardo: una mineralità prominente con mandorla amara, note di frutta a nocciolo matura e una spiccata salinità
Cannonau di Sardegna
Il Cannonau è arrivato sull’isola nel 1300 con la Casa d’Aragona ed è l’uva rossa più importante e diffusa in Sardegna e predilige i terreni sabbiosi della zona meridionale dell’isola, nei dintorni di Nuoro, Cagliari e Oristano.
Se coltivato ad alta quota e vendemmiato in modo appropriato, come nelle migliori parcelle, il Cannonau produce un vino rosso dal colore chiaro, ma dal corpo profondo, con una ricca mineralità e note erbacee. Uva amica, il Cannonau viene imbottigliato come monovarietale ma beneficia anche della presenza di altri vitigni, che spesso comprende altre uve autoctone come Bovale, Carignano e Malvasia Nera.
Carignano del Sulcis
Il vino Carignano del Sulcis è l’espressione più nota dei Carignano di Sardegna, arrivato probabilmente con gli spagnoli nel XIV secolo. Qui cresce, spesso non innestata, sui terreni sabbiosi del Sulcis e dei dintorni, all’estremità sud-occidentale dell’isola. Il pregio di quest’uva è la sua capacità di resistere al caldo intenso e alla siccità, pur producendo vini con una buona acidità e ottimi tannini, soprattutto quando è coltivata su terreni sabbiosi e rinfrescata dalle brezze marine. In effetti, queste condizioni difficili servono a trattenere la tendenza più feconda dell’uva e, di conseguenza, le rese si mantengono basse e i vini esplodono di frutta scura, sollevata dalle spezie.
Vernaccia di Oristano
Il Flor è una muffa nobile, un evento naturale che benedice solo le uve più favorevoli. Il lievito naturale si trova spesso nella bassa valle del fiume Tirso, mentre sfocia nella baia di Oristano, dove si coltiva l’uva più intrigante della Sardegna. La Vernaccia di Oristano è spesso trasformata in vino solera non fortificato, quasi simile allo sherry. Su questi tini aperti si forma un sottile strato bianco di lievito, il flor. I vini baciati dal flor esplodono con sapori di mandorle e nocciole, cantano di sale marino e sprizzano acidità. Oggi, purtroppo, le piantagioni di Vernaccia di Oristano sono in calo. Quasi la metà delle aziende agricole che coltivano quest’uva ha meno di un ettaro e più di un quarto ha più di cinquant’anni.