Il finocchio (nome botanico: Foeniculum vulgare) è una pianta erbacea, dalla radice carnosa e dal fusto frondoso e rotondo; le foglie sono filiformi, di un verde brillante e divise in lunghe frange; i fiori sono piccoli, di color giallo, in ombrelle composte.
Il nome deriva dal latino foenum (fieno), perché un tempo veniva impiegata come foraggio; il secondo termine (vulgare) sta a significare che la pianta è abbastanza diffusa.
La pianta, appartenente alla famiglia delle Apiacee (ombrellifere), è molto aromatica e comincia a fiorire in giugno. Il finocchio è originario dell’Europa meridionale, dove viene usato da tempo immemorabile: i romani ad esempio sembra che ne consumassero tantissimo e furono senz’altro loro ad introdurlo in Gran Bretagna.
Esso era comunque usato già al tempo degli antichi Egizi, per migliorare la cattiva digestione e in India la pianta era impiegata nella preparazione di pozioni afrodisiache. Alcuni autori antichi lo consideravano un rimedio contro il morso di serpente, mentre nel Medioevo il finocchio era considerato un antidoto contro la stregoneria.
Le prime notizie sul finocchio, nella forma attualmente coltivata, furono riportate da alcuni scrittori italiani nel Cinquecento. Più tardi venne portato in America e oggigiorno è una delle verdure meglio acclimatate in California.
Viene coltivato per seme in molti paesi, particolarmente in Francia, Germania e Italia, ma anche in India, Giappone e America; il suo aroma varia molto a seconda del tipo: quello selvatico è leggermente amaro, mentre quello dolce (coltivato in Italia) ha invece un forte sapore d’anice (per il suo contenuto di anetolo).
Esso è coltivato sia per la verdura, sia per il seme aromatico, il quale è molto utilizzato in fitoterapia. I suoi componenti attivi sono l’anetolo appunto, l’olio essenziale, l’acido anisico, vitamina A, B e C, zuccheri e proteine.
I semi hanno proprietà toniche (fortificano infatti lo stomaco e l’intestino), espettoranti, leggermente lassative e favoriscono la lattazione e l’eliminazione di gas intestinali.
Si possono assumere attraverso una tisana, nella dose di un cucchiaino da caffè in una tazza d’acqua (facendo bollire i semi per 2 minuti e lasciandoli in infusione per 10 minuti). Con le foglie e i semi, inoltre, si può preparare un’efficace lozione per gli occhi, da usare in caso di infiammazione o congiuntivite. Assieme all’aneto, è ancor oggi un ingrediente comune nell’acqua calmante che si dà ai bambini.
In cucina, il seme di finocchio è una spezia molto preziosa (anche se in realtà non molto utilizzata), con un aroma che assomiglia all’anice, senza essere così dolce; è spesso compreso nei miscugli aromatici per cucinare le lumache ed entra in molte ricette della cucina popolare italiana, come la porchetta e la siciliana “pasta con le sarde”. A Firenze si produce un tradizionale salume, la “finocchiona“, aromatizzato appunto con i semi di finocchio.
In India a volte si usa nei curry, ma più spesso come digestivo o per profumare l’alito, e si mastica dopo i pasti.