In natura esistono due tipi di galanga: la maggiore (detta Alpinia Galanga ) e la minore (detta Alpinia officinarum), le quali sono strettamente imparentate, anche se la minore è di certo la più importante.
La galanga maggiore è originaria dell’Indonesia ed appartiene, come lo zenzero, alla famiglia delle zingiberacee; le sue radici sono piccanti e più grosse di quella minore, sono nodose e, nonostante entrambe siano di color marrone rossastro esternamente, la maggiore è all’interno di color giallognolo o bianco. Il suo aroma è molto simile a quello dello zenzero e viene utilizzato comunemente nella preparazione dei curry orientali.
La galanga minore invece è il rizoma di una pianta originaria della Cina meridionale, dove è stata usata fin dall’antichità; se ne parla persino nelle sacre scritture indiane! Si tratta di una pianta perenne con grappoli di fiori appariscenti, con radici piccole e di color rosso pallido internamente. L’aroma può essere definito come una via di mezzo tra il pepe e lo zenzero. Nei testi originali di ricette medievali è di solito indicata con il termine di ‘garingal’. Tempo fa era una spezia molto usata in Europa e viene ancor oggi impiegata nei liquori e nei bitter. Attualmente trova largo impiego in vari piatti piccanti dell’Asia sud-orientale (come ad esempio in Malesia e in Indonesia).
Nel mondo asiatico, questa pianta è molto utilizzata in campo erboristico, in quanto ha proprietà digestive, spasmolitiche, antinfiammatorie e antibatteriche. Non esistono tuttavia studi scientifici assolutamente certi, ma i principi attivi di galanga vengono con successo somministrati in caso di cattiva digestione, nausea, vomito o altri disturbi gastrointestinali.
Le sostanze della pianta che sembrano avere effetti fitoterapici sono le cosiddette prostaglandine e l’olio essenziale in essa contenuto (che contiene amidi e acidi ossalici). La presenza delle prostaglandine permette di impiegarla come antinfiammatorio e antidolorifico, contro i dolori reumatici e l’artrite. Questo è uno dei tanti utilizzi che si fanno in Asia di questa pianta, i cui estratti vengono somministrati anche in caso di febbre.
Nell’erboristeria occidentale, invece, le proprietà fitoterapiche della galanga vengono sfruttate per i suoi effetti carminativi (ossia calmanti dei dolori di stomaco), digestivi e stimolanti: sembra che gli usi degli estratti di questa pianta per favorire la digestione lenta, siano quelli più diffusi. Le proprietà antibatteriche e toniche della galanga vengono attualmente sfruttate in omeopatia. Con essa si possono fare anche fumigazioni (il cui uso risale addirittura all’antico Egitto), le quali hanno indubbie proprietà stimolanti e tonificanti, favoriscono il flusso energetico del corpo e sono rivitalizzanti in caso di affaticamento e indebolimento fisico.